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Deferrizzatori magnetici: la soluzione industriale per la separazione dei materiali

Deferrizzatori magnetici: la soluzione industriale per la separazione dei materiali

Hanno per lo più un impiego industriale, ma non è detto che sia limitato al mondo dello smaltimento e trattamento dei rifiuti: quello che fanno i deferrizzatori magnetici, infatti, è semplicemente separare le componenti ferrose da materiale misto di varia natura – basta che si tratti, va da sé, di una natura non ferrosa.

Semplificando molto insomma un deferrizzatore magnetico sfrutta – come suggerisce la stessa espressione – campi e forze magnetiche per separare i materiali: a seconda delle tipologia di deferrizzatore il materiale da trattare può scorrere in orizzontale, movimentato da un apposito trasportatore (come avviene nei cosiddetti deferrizzatori magnetici a nastro) o può essere spostato da un’estremità all’altra (è quello che succede nei deferrizzatori magnetici a tamburo). In entrambi i casi, il risultato finale è una perfetta separazione delle componenti ferrose da quelle non ferrose che può essere utile in svariate occasioni: nella separazione dei rifiuti come già si accennava, ma anche per numerosi altri tipi di lavorazione industriale di tessuti e fibre tessili per esempio o nel recupero di materiali usati e dismessi e, ancora, per proteggere tutti quegli impianti che operano nella frantumazione e macinazione di materiali. Proprio in virtù del loro impiego diffuso, del resto, sono numerose le aziende specializzate come Malaman CTC che producono deferrizzatori magnetici di diversa natura e utilizzabili per diversi scopi.

Perché (e quando) un deferrizzatore magnetico è una buona soluzione industriale

Quali sono, però, i vantaggi di utilizzare macchinari come questi piuttosto che altri sistemi, pure esistenti, per la separazione dei materiali? Se di buona qualità, innanzitutto, un deferrizzatore magnetico riesce nel rilevare la presenza di componenti ferrose anche di dimensioni piuttosto piccole – anche se, va da sè, i risultati migliori, soprattutto se si utilizza un deferrizzatore a nastro, si ottengono nella separazione di materiali ferrosi di pezzatura medio-grande. Allo stesso modo sistemi come questi funzionano bene su praticamente qualsiasi tipo di materiale solido a-magnetico, ossia possono essere utilizzati per separare ferro da una serie di materiali diversi, dai residui organici alle plastiche, passando per i tessuti o i cereali e le farine o, ancora, dai materiali di dismissione industriale. Uno degli altri vantaggi che si hanno dall’utilizzare un deferrizzatore magnetico, specie se di buona qualità, consiste poi nella possibilità di ottenere ferro già pulito, e cioè che non presenti residui di plastica, carta o stoffa e riutilizzabile quindi per i diversi scopi.

A livello più logistico, un deferrizzatore magnetico può essere installato anche su impianti di produzione industriale già esistenti, senza che questo significhi sconvolgerne la struttura o richieda grandi adattamenti. Specie se di generazione più moderna, infatti, sistemi come questi funzionano anche nelle condizioni ambientali più disparate, grazie a strutture interne che essenzialmente permettono di mantenere inalterato il campo magnetico. Anche a livello di alimentazione e comandi i deferrizzatori magnetici hanno impatto zero (o quasi) sull’impianto industriale: nella maggior parte dei casi, infatti, sono alimentati elettricamente o tramite un motore idraulico e ben si adattano a cicli di produzione continua, cosa che contribuisce a tagliare i consumi; un quadro elettrico ne permette invece il controllo e dei sistemi di sicurezza proteggono chi li utilizza da qualsiasi tipo di incidente.